Chino e hot dog: 1 punto all’Olimpico, miracolo!

Ho fatto, ormai da anni, una sorta di patto con me stesso: finché non vinceremo all’Olimpico, che sia contro Roma o Lazio, sarò presente nel settore ospiti. Eppure quest’anno ci siamo andati molto vicini.

Però partiamo dall’inizio. Domenica 10 dicembre, tende tolte da Dicomano verso le 15. E fino ad Arezzo, percorrendo l’autostrada, tutto ok. Poi inizia l’incubo: il navigatore della macchina, in direzione Stadio Olimpico, fa notare di quanto il traffico fosse un inferno. Il tempo di percorrenza aumentava sempre di più, fino a giungere al risultato finale di circa 4 ore per raggiungere Roma da Arezzo.

Dunque, arrivato allo Stadio Olimpico preciso per la partita (come sempre, tra le altre cose), nemmeno il tempo di adattarsi al clima circostante che subito Dybala e Lukaku ci stroncano il morale.

Successivamente però, piano piano, la partita prende una certa piega: la Joya si fa male ed esce, dunque sparisce anche quel poco di gioco che la Roma ha. Fine primo tempo e qualche piccola speranza, nonostante il classico risultato negativo, c’era.

Per smorzare la scaramanzia, durante l’intervallo, decido di prendere l’hot dog con la senape. Bene, e voi direte: “Chi se ne frega?”. Lo so, ma sappiate che dietro questo panino c’è una storia d’amore non indifferente. 

Quindi riparte il match. Prima espulso Zalewski, poi Lukaku e infine il gol (meritato) del Chino Lucas Martinez Quarta. Non potete capire quanto sia stato bello esultare in faccia ai romanisti, che fino a quel momento, sfottevano e ridevano in faccia (Ciò è classico sfottò calcistico, quindi ben vengano le prese in giro reciproche).

Per come si era messa la partita, senza dubbio, le aspettative sul risultato finale erano ben altre. Questo perché credo possa succedere raramente di avere due superiorità numeriche, all’Olimpico, contro la Roma.

Ma alla fine dei giochi sapete cosa? Ben venga il pareggio. Non è mai facile uscire non sconfitto da quello stadio, per noi, tra le altre cose, pure maledetto. E mentre molti tifosi viola si lamentavano per la mancata vittoria, io uscivo dall’Olimpico consapevole che fossimo ancora lì, in corsa per sogni anche più grandi di noi.